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Esecludere un Candidato per Tatuaggi: Il Dibattito Giuridico sulle Forze dell’Ordine

Il dibattito perdura: è lecito escludere un candidato con un tatuaggio non coperto dall’uniforme? E quando sono vietati anche quelli non visibili? La recente sentenza del Consiglio di Stato offre una risposta. Secondo la “Direttiva sulla Regolamentazione dell’applicazione di tatuaggi da parte del personale militare”, l’aspetto esteriore dell’uniforme deve essere intatto, proibendo tatuaggi visibili come quelli sul viso o sulle mani. Tuttavia, poiché le uniformi possono variare con le stagioni, ciò che è nascosto in inverno può diventare visibile in estate. I tatuaggi osceni, sessuali, razzisti o che discreditino le istituzioni sono vietati ovunque.

 

La decisione sulla liceità dei tatuaggi spetta al Comandante di Corpo o alla Commissione concorsuale. Il recente pronunciamento del Consiglio di Stato conferma il divieto assoluto dei tatuaggi per i candidati delle forze di polizia, a meno che siano applicati in zone sempre coperte dall’uniforme e non abbiano contenuti proibiti.

 

Tuttavia, una sentenza precedente del Tar del Lazio ha stabilito che la visibilità di un tatuaggio non basta per escludere un candidato, ma la Commissione di concorso deve valutare se il tatuaggio sia deturpante o contrario al decoro istituzionale. Il dibattito continua, ma la regola generale sembra essere che i tatuaggi visibili possono portare all’esclusione, a meno che non siano coperti dall’uniforme e non abbiano contenuti inappropriati.

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