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Il Governo Meloni limita l’uso dei social media per i dipendenti pubblici: Preoccupazione nel mondo della scuola e reazioni delle organizzazioni sindacali

Il Governo Meloni ha recentemente introdotto restrizioni sull’uso dei social media da parte dei dipendenti pubblici, suscitando preoccupazione soprattutto nel mondo della scuola. Presidi, maestri, professori, dirigenti amministrativi e collaboratori scolastici, così come tutti gli impiegati dello Stato, non potranno più esprimere commenti o opinioni su Facebook, Twitter, Instagram o altri social media a partire dal 14 luglio. Questa misura ha suscitato diverse reazioni e critiche riguardo alla **limitazione della libertà di espressione**.

La nuova norma è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale e modifica il Dpr 62/2013, conosciuto come **codice di condotta** o comportamento dei dipendenti pubblici, emanato durante il Governo Monti. La restrizione sui commenti e le considerazioni che possano ledere il **prestigio, il decoro o l’immagine** dell’amministrazione di appartenenza o della pubblica amministrazione in generale ha sollevato preoccupazioni tra coloro che, ad esempio, hanno denunciato l’inefficienza nel gestire le mascherine durante la pandemia.

Già nel 2009, il ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta aveva affrontato questa questione, introducendo restrizioni sull’uso dei social media nel Decreto legislativo 150 **performance e premialità**. L’obiettivo era tutelare l’immagine della pubblica amministrazione e disciplinare l’uso dei social media da parte dei dipendenti pubblici.

Le organizzazioni sindacali hanno reagito prontamente alla nuova misura. Gianna Fracassi, segretaria della Flc Cgil, ha sollevato dubbi sulla coerenza della restrizione con la **libertà di parola** garantita dall’articolo 21 della Costituzione. Giuseppe D’Aprile, presidente della Uil Scuola, ha sottolineato che esprimere opinioni legittime è caratteristica di un paese democratico e che la comunità educante non ha bisogno di un decreto per ricordarselo. Marcello Pacifico, presidente dell’Anief, ha ribadito l’importanza del rispetto dei diritti sanciti dalla Costituzione, compreso il diritto alla **libertà di espressione**. L’unico ad appoggiare il provvedimento è stato Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi, che ha ritenuto che la misura abbia stabilito un giusto equilibrio tra libertà di espressione e doveri verso l’amministrazione.

Le nuove restrizioni imposte dal Governo Meloni sull’uso dei social media per i dipendenti pubblici hanno sollevato preoccupazioni nel mondo della scuola e scatenato diverse reazioni. La questione riguardante la limitazione della **libertà di espressione** e il bilanciamento tra il diritto alla critica e la salvaguardia dell’immagine dell’amministrazione pubblica sono state al centro del dibattito. Le organizzazioni sindacali hanno sottolineato l’importanza di rispettare i diritti costituzionali e garantire la **libertà di espressione**.

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